Spiegazione delle parabole di Gesù
(009)
La parabola del re che fa le nozze al figlio suo (206.11 - 206.12)
(Vedi Luca 14.16,24 e Matteo 2.1.14)
Gli invitati sono coloro che Io chiamo con vocazione speciale, grazia gratuita che Io concedo come invito all’intimità nel mio palazzo con Me stesso, come elezione alla mia Corte. I poveri, i ciechi, i monchi, i deformi sono coloro che non hanno avuto speciali chiamate e aiuti e che coi loro soli mezzi non hanno potuto conservare o raggiungere ricchezza spirituale e salute, ma anzi hanno, per imprudenze naturali, aumentata la loro infelicità. Sono cioè i poveri peccatori, le anime deboli, povere, deformi, le quali non osano presentarsi alla porta, ma si aggirano nei pressi del palazzo, attendendo una misericordia che li ristori. I passanti frettolosi, che non si curano di ciò che avviene nella dimora del Signore, sono coloro che vivono nelle religioni più o meno rivelate o nella loro personale che ha nome: denaro,affari, ricchezze. Costoro credono di non avere bisogno di conoscermi.
Ora si verifica il fatto che sovente i chiamati da Me trascurano il mio appello, se ne disinteressano, preferiscono occuparsi di cose umane invece di occuparsi di cose soprannaturali. Allora Io faccio entrare i poveri, i ciechi, gli zoppi, i deformi; li rivesto della veste di nozze, li faccio assidere alla mia mensa, li chiamo ospiti miei e li tratto da amici. E chiamo anche quelli che sono fuori della mia Chiesa, li attiro con insistenza e cortesia, li costringo anche con dolce violenza.
Nel mio Regno c’è posto per tutti, e mia gioia è farne entrare molti. Guai però a coloro che eletti da Me per vocazione mi trascurano preferendo dedicarsi a cose naturali. E guai a coloro che, benignamente accolti pur non essendone meritevoli, e rivestiti della mia magnanimità con la grazia che ricopre e annulla le loro brutture, si levano la veste nuziale
Mancando di rispetto a Me e alla mia dimora dove nulla di indegno deve circolare. Saranno espulsi dal Regno perché avranno calpestato il dono di Dio.
Delle volte, fra i peccatori e i convertiti Io vedo anime così belle che le eleggo a mie spose, al posto d’altre, già chiamate, che mi hanno respinto. 28.6.43
Come voi vedete, le sollecitudini del mondo, le avarizie, le sensualità, le crudeltà attirano l’ira del re, fanno sì che mai più questi figli delle sollecitudini entrino nella casa del Re. E vedete anche come anche fra i chiamati, per benignità verso suo figlio, vi sono i puniti.
Gli alleati, gli amici, i grandi del suo popolo, Dio veramente li ha invitati attraverso i suoi servi e più li farà invitare, con invito pressante, man mano che l’ora delle mie Nozze si farà vicina. Ma non accetteranno l’invito perché sono falsi alleati, falsi amici e non sono grandi che di nome perché la bassezza è in loro. Per tutto questo essi non comprendono che è dovere e onore per loro aderire all’invito del Re.
Superbia, durezza, libidine fanno baluardo nel loro cuore. E – sciagurati che sono! – hanno odio a Me, per cui non vogliono venire alle mie nozze. Non vogliono venire. Preferiscono alle nozze i connubi con la politica sozza, con il più sozzo denaro, con il sozzissimo senso. Preferiscono il calcolo astuto, la congiura, la subdola congiura, il tranello, il delitto. (…)
E il Re del Cielo, perché il Figlio abbia un degno apparato di nozze, manderà a raccogliere sui crocicchi coloro che sono non amici, non grandi, non alleati, ma sono semplicemente popolo che passa. Già – e per mia mano, per la mia mano di Figlio e di servo di Dio – la raccolta si è iniziata.
Quali che siano verranno … E sono già venuti. Ed Io li aiuto a farsi mondi e belli per la festa di nozze. Ma ci sarà, oh! Per sua sventura ci sarà chi anche della magnificenza di Dio che gli dà profumi e vesti regali per farlo apparire quale non è: un ricco e degno, vi sarà chi di tutta questa bontà se ne farà un approfitto indegno per sedurre, per guadagnare … Individuo di bieco animo, abbracciato dal polipo ripugnante di tutti i vizi … e sottrarrà profumi e vesti per trarne guadagno illecito, usandoli non per le nozze del Figlio, ma per le sue nozze non Satana.
Ebbene questo avverrà. Perché molti sono i chiamati, ma pochi coloro che, per saper perseverare nella chiamata, giungono ad essere eletti. Ma anche avverrà che a queste iene, che preferiscono le putrefazioni al nutrimento vivo sarà inflitto il castigo di essere gettati fuori della sala del Banchetto, nelle tenebre e nel fango di uno stagno eterno in cui stride Satana il suo orrido riso per ogni trionfo su un’anima, e dove suona eterno il pianto disperato dei mentecatti che seguirono il Delitto invece di seguire la Bontà che li aveva chiamati. 206.13